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domenica 6 marzo 2011

RIPRENDIAMOCI LA RAPPRESENTANZA


Cosa vuol dire oggi rappresentanza?
Visto come vanno le cose nel nostro Paese, ha senso delegare ad altri la tutela dei propri interessi?
Partiti, sindacati e associazioni di categoria raccolgono ancora la nostra fiducia?
A Padova di chi ci si può fidare per mettere in comune i propri problemi imprenditoriali?
Il mio pensiero è che la rappresentanza sia importante e utile, ma che sia superato il modo con il quale la si è fatta fino ad oggi.
Occorre un modello diverso di relazione e di sintesi progettuale tra persone che condividono interessi comuni.
In altre parole: è finita un’epoca e stiamo vivendone già un’altra senza ancora esserne del tutto consapevoli.
Una fine prodotta e alimentata dal crescente egoismo e individualismo della classe dirigente di questi ultimi decenni.
Persone insaziabili, in continua crisi di astinenza di potere, denaro e ruolo sociale, senza senso del limite, senza scrupoli, senza morale.
Una rappresentanza senza etica, brava a predicare bene ma a razzolare male.
Una rappresentanza disposta a tutto pur di non perdere i privilegi costruiti tradendo la fiducia e dilapidando le risorse dei loro associati.
Penso alle consulenze agli amici, ai parenti o addirittura agli incarichi di qualche amministratore che si è dato a se stesso.
Penso alle spese di rappresentanza consumate in cene, convegni e studi.
Penso ai compensi per i presidenti, i consiglieri, per i segretari generali e per i direttori e responsabili vari.
Nelle associazioni di categoria, c’è gente con la terza media (forse!) che vive di gettoni di presenza e di compensi per scaldare la sedia nei consigli di amministrazione delle società di servizi.
Persone insignificanti per contributi di idee, capacità manageriali, spirito d’intraprendenza, ma ideali per essere usate da qualche magnaccio tramaccione.
Prendiamo per esempio l’Upa, l’associazione che conosco meglio e di cui posso parlare per conoscenza diretta.
Finito il collateralismo con la Democrazia Cristiana, l’Upa si è trovata a camminare con le gambe di chi la guidava.
Piano, piano sono emersi tutti i limiti e le contraddizioni dei dirigenti artigiani: scarsa cultura, incapacità di fare squadra, estrema gelosia e invidia interna, desiderio di apparire socialmente e di sentirsi importanti.
Su tutto questo qualche vecchio dipendente sciacallo (figlio bastardo della prima Repubblica) ci ha giocato e continua a farlo anche oggi.
Senza più il filtro della DC che sapeva formare e selezionare le persone migliori ai posti di comando, i più scafati delle seconde, terze e quarte linee hanno avuto l’occasione della loro vita per occupare la prima fila.
Un salto che ha dato inizio alla perdita di credibilità della rappresentanza.
L’esempio dell’Upa è emblematico!
Era la prima associazione degli imprenditori a Padova e in Veneto.
Tra le più grandi e forti a livello nazionale.
In poco più che un decennio è una delle tante che più di altre si trascina faticosamente anno dopo anno.
Per sopravvivere ha aperto le porte a soci finanziatori esterni, si è indebitata fino al collo, ha chiesto aiuto ad altre associazioni per mantenere servizi importanti per gli associati come il caf, la garanzia sul credito, i servizi per ambiente, la sicurezza e l’innovazione.
Oggi si ritrova ad essere una realtà dove i soci hanno un’età media che supera i 50 anni, che ha perso la propria identità originaria e che è gestita da pochi intimi amici secondo la logica del “prima qualcuno di peso decide e dopo, forse, si discute”.
Tutto è stato venduto agli associati come una grande conquista, un bisogno di fare cose grandi e nuove, un dovere di fare sistema, ricercando nuovi modelli di rappresentanza.
A distanza di qualche anno i risultati sono visibili a tutti.
Sempre più artigiani padovani decidono di fare da soli (a dirlo è il tracollo del numero e della qualità degli associati).
Hanno aperto gli occhi sull’incoerenza di quei dirigenti artigiani che scrivono sui giornali di rappresentarli verso il sistema bancario o la Camera di commercio, salvo poi in concreto essere ben seduti e ben pagati nel consiglio di amministrazione della Fondazione della Cassa di Risparmio o in quello della Giunta della Camera di commercio.
Il sedere di questi signori in questi due importantissimi e pesantissimi tavoli, che cosa ha giovato agli artigiani padovani?
È questa la rappresentanza a Padova degli artigiani padovani?
Una bella riflessione andrebbe fatta su come avviene il sistema di reclutamento della classe dirigente dell’Upa.
Le ultime elezioni ne sono state una chiara e vergognosa testimonianza: una grande presa in giro, funzionale al mantenimento delle cose così come sono, a tutela delle rendite di posizione dei soliti amici.
O si è funzionali al burattinaio o si fa la fine del topo!
Non mi vergogno a dirlo, anzi ne sono profondamente fiero…io ho fatto quella fine!
Escluso dalla corsa alla presidenza dell’Upa perché troppo animato da democrazia, progettualità e voglia di rappresentanza a favore della base associativa.
Non bisogna però arrendersi e mollare! Assolutamente no!
La rappresentanza è una cosa troppo seria ed onesta per lasciarla in mani sporche.
La rappresentanza deve ritornare ad essere oggetto d’interessamento e di investimento da parte di tutti, a partire dall’istituzione pubblica che, su questo ambito, deve lavorare ad un serio e profondo progetto di riforma.
Penso al sistema delle Camere di commercio, la casa degli imprenditori.
Occorre ridefinire l’identità, il ruolo ed il sistema di governo delle Camere di commercio, rimaste indietro rispetto alle trasformazioni economiche avvenute in questi ultimi anni.
Una seria ridefinizione delle Camere di Commercio, avrebbe una sana e utile conseguenza sulla rappresentanza del mondo economico del Paese (artigianato, industria, commercio, servizi e agricoltura), Upa compresa.
In virtù di queste considerazioni e la convinzione che l'attuale sistema della rappresentanza non abbia la capacità di autoriformarsi, occorre una rinnovata speranza nel domani dove "la paura del futuro si vince solo con un soprassalto di partecipazione".
Le condizioni ci sono, le idee e le persone pure!
Anche a Padova l'embrione di una rinnovata consapevolezza e impegno, è nato!

6 commenti:

  1. Caro Aladino, posso forse io contraddire una sola parola del tuo magistrale discorso ? Certo che no... qualcuno potrebbe obbiettare che anche "il tuo culo" (perdonami il Francesismo...) era sino a poco tempo seduto su certe sedie, ma anche tu come altri amici con voglia di fare sei stato "segato" ! Purtroppo ho visto a mie spese che la MERITOCRAZIA nell'U.P.A. Padova non esiste; candidati eccelelnti per profilo culturale, intelligenza, capacità professionali sono stati scartati indegnamente preferendo loro delle "comparse" prive di midollo e spina dorsale, ma proprio per questo perfettamente addestrabili ! Mi fa tristemente sorridere la campagna adesioni 2011 dove citano "DIMENTICATI DA TUTTI, TUTELATI DALL'UNIONE" e poi giù pubblicità di corsi di formazione che ormai attirano (nauseano..) gli associati ! Io attendo ancora risposte e denaro da U.P.A. e vedrai che finirà molto male (per loro ovviamente !) .
    Andiamo avanti per altre strade, io ho smesso di dargli il mio denaro e la credibilità !!
    Callegaro Ernesto

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  2. Caro Ernesto,
    mi aggancio al finale del tuo commento :"andiamo avanti per altre strade".
    E' la sintesi perfetta a tutto quello che abbiamo visto e vissuto in questi ultimi tempi.
    La rappresentanza così come è fatta oggi non va più bene. E' arrivato il momento di farci carico di un cambiamento che non è più rimandabile.
    Le condizioni ci sono, le idee e le persone pure! Tu sicuramente fai parte delle persone che hanno idee e capacità!
    Ti faccio sapere prestissimo!
    Ciao, alla prossima!

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  3. Ciao Aladino,
    anche io sono convinto come te che sia necessario un rinnovamento nel modo in cui veniamo rappresentati perchè senza una adeguata rappresentanza noi non riusciremo mai a far valere le nostre idee ed interessi.Detto questo spero che a Padova si possa formare un movimento che possa rinnovare questo aspetto fondamentale della nostra vita all'interno dello Stato. Resterò in attesa che quel momento arrivi e continuerò a seguirti su questo blog per saperne di più.
    Saluti, Gianni.

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  4. Caro Gianni,
    la tua speranza sta per essere soddisfatta! La nascita di un movimento apolitico trasversale, che parte da una rinnovata consapevolezza e da una assunzione di responsabilità da parte di tutti, forse è gia più di una speranza o di un auspicio!
    Ti invito a seguire il blog per avere notizie.
    E' un momento di grande evoluzione, dove le persone "comuni" cominciano a rendersi conto che solo con la partecipazione si può dare una scossa a questa enpasse generale.
    Siamo la parte migliore del paese e siamo convinti di meritarci qualcosa di meglio!!!
    Ciao, alla prossima!

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  5. Ciao Aladino,
    questa tua ultima risposta mi ha incuriosito molto. Era ormai da tempo che cercavo di identificarmi in un movimento che davvero rappresentasse i miei interessi e le mie idee e aver sentito che sta per nascerne uno mi da molta speranza. Seguirò attentamente i tuoi prossimi interventi.
    Matteo.

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  6. Caro Matteo,
    grazie per avermi scritto!
    Forse quello che stai cercando finalmente si sta concretizzando. Per il momento non riesco a dirti di più, ma consiglio a te come agli altri amici fruitori di questo blog, di seguire con attenzione l'evolversi della situazione. Ci saranno novità!
    La paura del futuro si vince con un soprassalto di partecipazione!
    Ciao alla prossima!

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