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sabato 26 luglio 2014

“A MI COSA ME VIEN ?” (A me cosa viene?)

       Semplificando, io dividerei i politici in due categorie. Una prima, il cui motto è: A mi cosa me vien?”, e una secondache si muove con la logica di: “In cosa posso essere utile?”. In parole più semplici: la categoria degli abbuffini e quella caratterizzata dallo spirito di servizio. In termini quantitativi credo di non sbagliare di molto se dico che alla prima categoria appartiene l’80-90% dell’attuale classe politica, e un misero 10-20% alla seconda.
     I partiti personali hanno aggravato la situazione sottraendo la rappresentatività territoriale agli eletti, dando vita a quell'esercito di nominati dai capi e dai “cerchi magici” che marcia ormai lungo tutto l’arco parlamentare, dalla Lega a SEL. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una casta di politici che si parlano addosso l’un contro l’altro a prescindere dai problemi. Gli unici ambiti dove agiscono con capacità, rapidità e determinazione sono: a) la spartizione del potere (la capacità di influenza); b) la difesa dei privilegi (dei loro privilegi) ; c) i facili proclami populistici.
     A questa spirale dei privilegi della casta politica si è aggiunta la regressione democratica dell’associazionismo sia sindacale che professionale, ambiti in cui una classe dirigente avulsa dagli interessi di categoria ha occupato i piani alti dei Sindacati e delle Organizzazioni Professionali, sempre più spesso spodestando i soggetti organizzanti (gli associati) e sostituendo le rivendicazioni dei lavoratori e degli imprenditori con quelle degli usurpatori: i burocrati. Si è creata così una casta di “funzionari” che nei processi politici, di rappresentatività politica, ha portato all'esclusione decisionale dei soggetti protagonisti, marginalizzandoli a un mero ruolo di comparse.
     Se a questa situazione si aggiunge l’esproprio della capacità legislativa degli eletti in quanto portati, nei fatti, alla marginalità nella stesura delle norme per manifesta incapacità dei parlamentari nazionali ed europei ad imporsi nei confronti dell’apparato di Camera, Senato e Commissione Europea, ci si accorge che siamo piombati in una realtà politica NEOBORBONICA che tutela alla perfezione le due caste oggi al potere: quella politica e quella degli alti burocrati

       Queste due caste sono sedute alla tavola imbandita con le tasse ed e le imposte dei popoli italiani ed europei, e sono perfettamente funzionali alle incursioni dei lobbisti del potere vero, oggi esercitato dall’elite bancaria, finanziaria e delle multinazionali.

         Un esempio lampante di questo andazzo lo abbiamo avuto in particolare con i governi non eletti dal popolo (Monti, Letta, Renzi), durante i quali il Parlamento ha approvato una miriade di leggi delega che devono essere attuate con decreti e regolamenti scritti interamente da burocrati e che poi passano con voti di fiducia che impediscono alla rappresentanza democratica perfino di inserirsi nel dibattito parlamentare.
    E’ in questo contesto che si inserisce l’orda dei “a mi cosa me vien?” che, badate bene, non la troviamo solo in Parlamento, ma anche nei nostri consigli comunali e nelle nostre giunte. Si, perché la casta dei nominati, si perpetua per chiamata fino ai livelli più bassi. E’ un’orda potente che sa farsi valere in modo proficuo perché il collante degli interessi è molto più potente di quello che tiene uniti i fautori dello “spirito di servizio”.



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