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domenica 20 novembre 2011

Chi salva l'artigiano?

Annotiamo l'ennesima tragedia che ha colpito il mondo del'artigianato, con buona pace dell'opinione pubblica e la "normalità"con cui i media riportano la notizia. Mi riferisco alla triste vicenda dell'imprenditore edile di Borgoricco suicida perché strozzato dai debiti che la sua azienda aveva con le banche. I commenti delle persone che lo conoscevano, ci parlano di una persona perbene, attaccato al suo lavoro, uno di noi insomma. L'ennesima persona perbene vittima di questa crisi, che sembra non finire mai.
Cosa dire davanti a simili eventi, quando le parole ti mancano e il pensiero inevitabilmente va ai cari che rimangono soli, attoniti e angosciati di fronte a queste tragedie?
Il silenzio in rispetto del dolore dei familiari sarebbe dovuto, ma la frequenza con cui avvengono queste vicende deve portarci ad urlare il nostro "BASTA".
Sappiamo benissimo perché onesti imprenditori arrivano a tanto, e la parola che sintetizza al massimo tutto questo è :  CRISI.
Ma sappiamo bene da dove arriva questa crisi! Arriva dalle banche e dal mondo finanziario e nonostante sia palese a tutti, la crisi la pagano le imprese e le famiglie.
Chi ha causato questo disastro mondiale non solo è stato salvato con risorse pubbliche (e già questo è inaccettabile), ma addirittura sta traendo il massimo profitto sulle disgrazie che hanno causato nel nostro mondo e tra le nostre imprese!
La ricchezza nasce dalla "produzione" mentre la "finanza" la sottrae a chi la produce e la concentra nelle mani di pochi.
E allora  mi chiedo CHI SALVA L'ARTIGIANO, la sua impresa e la sua famiglia? Chi lo salva dallo strapotere delle banche?
Non lo salverà di certo la politica! Assistiamo tutti  inermi e senza reazione alle vicende attuali, dove la politica si è arresa ai poteri forti economici e ci sta preparando ai sacrifici che saranno necessari per ripianare i loro errori,commessi in tutti questi anni di malgoverno, senza pagarne il minimo obolo per giunta.
Non lo salverà nemmeno le associazioni di categoria, prone e servizievoli nei confronti dei politici forti di turno, in attesa magari di poter raccogliere le briciole di potere e i privilegi che ne derivano, lasciate dalla politica .
Rimane solo la coscienza di tutti noi, perché sappiamo che tutto ciò che sta avvenendo è profondamente sbagliato e ingiusto! Dobbiamo riprendere la consapevolezza che il cambiamento può avvenire solo dal basso, cioè da noi cittadini, imprese e famiglie!
La consapevolezza che si può e si deve fare, prima che succedano cose irreparabili.
Perché è questo il pericolo che la nostra società corre.
Riprendiamoci la rappresentanza, a tutti i livelli, facciamolo e presto!


2 commenti:

  1. Da imprenditore dico che se una volta le banche rappresentavano un punto di appoggio per la mia attività, oggi sono diventate motivo di angoscia.
    No è così che si risolve la crisi attuale!
    Le banche devono ritornare al ruolo che ne deriva dalla loro "mission" storica, ovvero il supporto alle progettualità e all'operare delle imprese nell'atto di creare sviluppo per se e per la comunità ove operano.
    L'alternativa a questo sarà l'inevitabile impoverimento di una larga fetta di popolazione.

    Movimento L'Italia Del Fare

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  2. il bello è che se lo dici a un direttore di banca ti risponde che non è un problema loro, che i debiti accumulati da un'azienda perchè i clienti non pagano fanno parte del rischio d'impresa, e che a loro non interessa, ma la loro filiale deve fare il budget altrimenti perdono il premio produzione, anche a scapito dei clienti, che magari hanno debiti di piccolo conto

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