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lunedì 18 febbraio 2013

Grecia oggi, Italia domani?

Girovagando per il web, ho trovato questo reportage sulla Grecia di un giornalista italiano. Mi ha fatto riflettere su una realtà che in Italia non conosciamo per niente per volontà dei media e di chi sa chi altri. Leggendo il pezzo, inevitabilmente il pensiero va subito ad interrogativi angoscianti sul nostro futuro prossimo venturo, ovvero se anche il nostro paese è avviato su questo crinale di deriva che non è solo economica, ma è soprattutto sociale. Alla vigilia delle consultazioni elettorali qualche considerazione è giusto farla, perchè il pensiero di consegnare il paese nelle mani di chi dice, senza il minimo dubbio,  che bisogna perseguire gli obbiettivi indicati da Bruxelles in continuità con l'ultimo governo Monti, qualche brivido lo fa venire.

Reportage di un giornalista italiano ad Atene
“Non siamo in Uganda o nel Darfur. Siamo in Grecia, più precisamente nella capitale, Atene, e una roba così non si vedeva dai tempi della Seconda Guerra Mondiale.
Un camion si ferma in una delle tante strade della capitale. Apre i portelloni. Le persone a bordo cominciano a tirare fuori frutta e verdura. La distribuiscono gratuitamente alle decine di persone che si sono raccolte attorno al mezzo. Tra loro ci sono persone anziane, donne con bambini in braccio, ma anche giovani, ragazzi dal viso pulito non più grandi di 30 anni. Insomma, tutta gente che ha grosse difficoltà ad arrivare a fine giornata. Dopo pochi minuti la calca comincia a farsi sempre più pressante. Volano spintoni, qualche insulto, poi parte la scazzottata per chi arriva primo a prendere il cibo. Il giornalista della Bbc, che sta riprendendo la scena, viene colpito nella ressa. A distribuire frutta e verdura sono i ragazzi volontari che girano incessantemente per i quartieri più poveri tentando di portare un minimo di conforto ai propri concittadini che ormai vivono di stenti.
Una persona su quattro in Grecia è disoccupata. Molti di quelli che riescono a mantenere il proprio posto di lavoro non riescono comunque ad arrivare a fine mese. I lavoratori hanno assistito impotenti ad una riduzione del salario del 22% solo nell’ultimo anno. Il salario medio ora arriva a 586 Euro al mese. Ben al di sotto della soglia di povertà. Da Bruxelles continuano ad arrivare i cosiddetti “aiuti europei”, ma ogni volta che viene sbloccata una nuova tranche le cose vanno peggio di prima. Adesso, i signori dell’Ue non possono più mentire. La Grecia è praticamente fallita. La penisola ellenica è a un passo dal crollo definitivo, a causa del peso dei debiti contratti per salvarsi. Hanno preso cento miliardi e sono peggiorati di centotrenta. E’ la ricetta del FMI. Qualcuno se ne e’ accorto anche al Consiglio d’Europa e alla Bce e sta timidamente suggerendo l’ uscita della Grecia dall’euro, con una conseguente svalutazione della dracma del 20-30%. Ma sono in pochi ad avere sale in zucca o ad essere in buonafede. La maggior parte ragiona come Jeroen Dijsselbloem, nuovo presidente dell’eurogruppo, l’alfiere del "cauto ottimismo” che ha avuto la faccia di bronzo di affermare in una recente intervista di essere favorevole all’austerity e ai “conti in pareggio" e di compiacersi della "stretta collaborazione tra il Governo ellenico e la troika" per concludere poi affermando di aver individuato “alcuni segnali tali da giustificare un certo ottimismo”. Mi guardo intorno per coglierne i segnali, se si compiace dovrebbe essere facile individuarli, ma le uniche differenze visibili rispetto alla Grecia allegra e solare che ricordavo sono i reparti antisommossa che presidiano gli incroci ed una cappa asfissiante di fumi misti a cenere che avvolge la capitale, dalla collina del Ligabetto giù fino al Pireo. Ormai da qualche mese Atene vive coperta da una fitta coltre di smog puzzolente, prodotto dal fumo dei camini e delle stufe a legna. I suoi miasmi impregnano persone e cose. Niente più odore di mare, di spiedini arrostiti, di mousaka, di salse allo yogurth con aglio. Solo questa puzza terribile che ti entra nella bocca e non va più via. La puzza della morte stessa, la morte di un popolo. Non è un fenomeno solo ateniese, ma di tutta la Grecia le città sono avvolte da un odore acre dei fumi della legna e della cenere, mischiati a tutti i tipi di sostanze tossiche bruciate. Questa è una delle piaghe sociali arrivate con il “salvataggio”, è il risultato diretto dell’austerità selvaggia imposta dalla troika e dal governo greco che non è mai stato capace di proteggere i suoi cittadini. La troika ha chiesto, e il governo greco ha eseguito, aumentando le tasse sul gasolio da riscaldamento, quello che usano in quasi tutti gli edifici greci, portandolo allo stesso prezzo del gasolio-auto. Già il prezzo di un litro di benzina alla pompa in Grecia era il più alto d’Europa, nel rispetto degli ordini ricevuti dalla troika. In Grecia il prezzo del gasolio è salito di oltre il 50% dal 2009, soprattutto per l’aumento delle accise. Questo fatto, combinato con un calo del reddito medio reale del 40-50%, ha determinato una diminuzione delle entrate fiscali sul gasolio per un miliardo e mezzo di euro, visto che adesso il combustibile per riscaldamento è diventato un lusso che la maggior parte della gente non può più permettersi, il crollo dei consumi è sceso fino all’80%. Quindi quasi tutti hanno dovuto trovare alternative al riscaldamento centrale e molti hanno preso stufette elettriche, griglie a benzina o altre soluzioni pasticciate che costano meno del gasolio anche se, bruciando qualsiasi cosa nei camini o nella vecchie stufe a legna, si produce un degrado ambientale incredibile ed a volte anche tragiche conseguenze per le persone. Fa male, malissimo, alla lunga e nemmeno tanto, uccide, ma la gente, quando ha veramente freddo, brucia mobili, plastica, materiali da costruzione e persino le scarpe vecchie pur di riscaldarsi, e tutto questo rende ancora più micidiale e dannoso per la salute il mix tossico dei fumi che avvolgono le maggiori città. Dovreste vedere a cosa e' ridotta l'atmosfera qui. Sky TV ieri sera ha ammonito: “Un gruppo di scienziati di sette centri di ricerca entro il 20 febbraio dovranno analizzare lo smog in diverse città per valutare l’impatto ambientale di un maggior uso di camini e stufe a legna. Gli scienziati, insieme al Centro per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione, hanno verificato che bruciare legna in casa provoca un inquinamento dell’aria 30 volte maggiore rispetto all’utilizzo di combustibili bruciati in caldaie con manutenzione controllata. Hanno scoperto anche che le concentrazioni di particolato di fumo da legna nell’atmosfera è aumentato del 200% da dicembre 2010 a dicembre 2012, e di notte ancora di più. Il Centro di Controllo è preoccupato perché l’aumento dell’inquinamento dell’aria può provocare problemi respiratori e allergie che aggravandosi arrecano danni al sistema neurologico e riproduttivo.” Il prezzo della legna da ardere, naturalmente, è raddoppiato rispetto all’anno scorso e l’incentivo ad abbattere gli alberi di foreste e parchi è grande, tanto che sia i parchi che le riserve naturali hanno già subito gravi perdite. Per effetto delle rigide temperature invernali, questa tendenza si sta assestando un duro colpo all’ambiente e le colline diventano sempre più spoglie mentre nuvole di smog si sprigionano dagli incendi che avvelenano l’aria di Atene e delle altre città con tutti i rischi che possono provocare sulla salute pubblica. Il Ministero dell’Ambiente ha dichiarato che il numero di casi di disboscamento illegale è aumentato a dismisura nel 2012, come documentano le oltre 3.000 denunce e il sequestro di 13 mila tonnellate di alberi tagliati illegalmente. Un disboscamento così esteso in Grecia avvenne solo durante la brutale occupazione nazista del 1940, a questo punto hanno portato i cinque anni di recessione e le drastiche misure di austerità messe in atto. I distributori di carburante protestano per un calo delle vendite del 75-80% nell’ultimo trimestre 2012, rispetto al 2011, e come logica conseguenza c’è stato anche un crollo delle entrate fiscali per 400 milioni di euro solo per le mancate vendite di gasolio per riscaldamento. Il Ministro delle Finanze Yiannis Stournaras, professore di economia e banchiere, tanto per cambiare, ed ex capo della IOBE, l’Associazione Economica degli industriali greci , è stato comunque irremovibile, pur avendo un quadro della situazione economica greca molto chiaro, continua a negare l’agghiacciante evidenza che appare ormai evidente a qualsiasi cittadino del paese: rifiuta ancora qualsiasi aiuto anche per le famiglie più povere, ma consiglia di “essere pazienti per un altro anno” e di aspettare che il freddo passi. Aspettare che il freddo passi..... geniale davvero! Ma poi ha anche detto che il crollo delle entrate sui carburanti per riscaldamento è dovuto all’”accumulo fatto lo scorso anno”, senza dare importanza al calo delle vendite dell’ 80%. Ovviamente il culto del suo credo economico, che lo fa tanto rassomigliare a Mario Monti ed ai suoi stolti discepoli, non gli consente di prendere atto di alcuni effetti collaterali, ad esempio sulla salute, sui rischi di incendio e sul taglio illegale dei boschi. La troika sembra comunque soddisfatta dei risultati che ha ottenuto, quindi , come si permettono le vittime delle sue scelte politiche di non essere d’accordo e protestare ? Già, perché bisogna anche soffrire in silenzio ed anche morire tacendo se occorre. Poveri carabinieri d'Europa. Per le persone che adesso consumano più energia elettrica per il riscaldamento, c’è in ogni caso anche la possibilità di godersi pure un pizzico dell’effetto della “liberalizzazione del settore dell’energia”, (in Italia lo stiamo attendendo come il decantato salvatore ) tanto che la spesa sta diventando insostenibile, e le bollette hanno subito un aumento del 9% (di più per i piccoli consumi, di meno per i consumi maggiori, secondo la vecchia regola del togliere di più a chi ha di meno che ben conosciamo anche da noi ), in attesa dell’aumento del 20%, che dovrebbe essere approvato entro quest’anno. Intanto le società che forniscono l’energia pubblica, ogni mese stanno tagliando gas e luce a 30.000 utenti che non possono pagare le bollette! Mille famiglie al giorno….In pratica in Grecia da 300 a 500 mila famiglie vivono già letteralmente al buio. Saranno questi i segnali incoraggianti di Jeroen Dijsselbloem ? Di contro il prof. Hans Werner Sinn, consigliere personale di Angela Merkel, insieme ad altri 50 nomi del mondo dell’economia e sostenuto da Moorald Choudry, vice-presidente della Royal Bank of Scotland (la quarta banca del mondo) ha presentato un rapporto urgente al Consiglio d’Europa alla Bce sostenendo la tesi della fuoriuscita, almeno temporanea. (La Grecia viene prima impoverita e dissanguata, pi abbandonata) Non solo, ma nel rapporto si legge testualmente che “l’economia (greca) è arrivata ad un punto di tale degrado da poter essere considerata come tragedia umanitaria e quindi si può cominciare a ventilare l’ipotesi di chiedere l’intervento dell’Onu”.Intanto, è iniziato il diciassettesimo giorno di protesta per gli agricoltori, incredibile ma e’ cosi’, stanno veramente protestando ed anche veementemente ed oltre a distribuire cibo al popolo chiedono la riduzione del prezzo del gasolio per i mezzi agricoli, un abbassamento dell’Iva e, soprattutto, chiedono che le banche rilascino credito. Ma non sono solo gli agricoltori che regalano i propri prodotti. Molte aziende alimentari distribuiscono gratis in piazza, quello che non sono riusciti a vendere. In teoria, la cosa sarebbe illegale ma arrivati a questo punto sono in molti ad operare una netta distinzione tra ciò che è legale e ciò che è giusto. La situazione si fa sempre più disperata. La sensazione che ho e’ molto nitida, mai come ora la Grecia rischia la guerra civile. E i numeri confermano l’inarrestabile crescita del disagio sociale ed economico. Le rapine,negli ultimi mesi, sono aumentate del 600%. In parecchi inoltre si danno al saccheggio di metallo, da rivendere per qualche spicciolo. La gente e ridotta alla fame e si vede ed ormai farebbe qualsiasi cosa per mettere in tavola qualcosa di caldo da mangiare. Ammesso che si abbia ancora una tavola o un tetto sotto il quale stare. Anche il numero dei senzatetto è aumentato in maniera spropositata. Le ultime stime parlano di 40mila persone costrette a vivere nei cartoni agli angoli delle strade. Ne ho visti tanti passeggiando per le vie di una Atene spettrale, fredda ed avvolta da una cappa fetida. Una delle immagini più significative ritrae un antico anfiteatro greco, sulle cui scalinate dormono decine di senzatetto, avvolti da scatoloni di cartone. Anche Amnesty International ha stilato il suo rapporto, in cui denuncia le condizioni di estrema povertà della gente e degli abusi ricorrenti di una polizia male attrezzata, che tenta di mantenere il controllo di una nazione ormai alla deriva e ben avviata verso la guerra civile.
Insomma, né le strabilianti cifre di denaro elargite del trio Fmi-Bce-Ue, né le varie direttive della razza padrona che ci tiranneggia da Bruxelles sono riuscite a ristabilire le sorti del popolo greco, né tanto meno, dello Stato. Ma non era questo che volevano, infatti. Ovviamente, i soldi sono finiti nelle mani delle banche e da lì non sembra si siano mai mossi. La scusa è sempre la stessa ed è quella abusata che usano anche da noi. Salvare le banche per salvare il popolo. Viene veramente da piangere a guardarsi intorno, i risultati dell’ideologia della ricapitalizzazione bancaria sono devastanti ed insopportabili allo sguardo. Ma oltre ai soliti istituti di credito ci sono anche altri che sono riusciti a trarre un profitto da questa situazione. La crisi ha portato infatti ad una netta riduzione del costo del lavoro, nonché ad una liquidazione coatta dei diritti dei lavoratori. Tra i vari tagli operati dal governo rientrano quelli per l’indennità di fine rapporto dei lavoratori, la malattia e gli straordinari. Insomma, le multinazionali nord europee stanno realizzando una piccola Cina, nel cuore dell’Europa, governata direttamente da loro. Ecco il fine ultimo del lavorio frenetico della Troika, tornare ai tempi della “Compagnia delle Indie” e farlo in Europa. Proprio dove e' nata la civiltà occidentale: Atene e Roma. Distruggere la nostra cultura ed anche il ricordo di ciò che fummo. Questi lavoratori vengono pagati una miseria, senza che siano assicurati loro nemmeno i diritti fondamentali. Come se non bastasse, il 95% dei prodotti di queste società finiscono all’estero. In pratica, la penisola diventa semplicemente una base di produzione a basso costo da cui far partire le proprie merci verso i mercati che ancora sono in condizione di consumare ".
In internet è esplosa la contesa sulla veridicità di alcune notizie (come quella degli assalti ai supermercati) e sul fatto che i media ufficiali in Europa stiano tacendo sulla drammatica situazione ellenica. C’è chi grida ad una manovra studiata ad hoc. Niente di più facile. In Italia siamo in campagna elettorale e non farebbe comodo a nessuno dei grandi partiti il fatto che le misure europee abbiano condotto un paese allo sfacelo. E non farebbe comodo nemmeno ad Hollande, principale fautore delle politiche comunitarie. Senza parlare della Merkel, dato che in Germania il principale motivo di protesta riguarda la questione dei soldi dei “paesi ricchi” che finiscono nelle banche di “quelli poveri”. Insomma, effettivamente la questione greca non fa comodo a nessuno. Che muoiano dunque in silenzio, senza disturbare le prossime vittime. Non ci credete che e’ cosi’ ? Venite a vedere.

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