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venerdì 16 gennaio 2015

LA VEDO NERA


L'edilizia è bloccata da uno Stato rapace e da banche estranee ai problemi PMI e famiglie

Dialogo tra Tony muraro e Bepi pensionato.

Bepi: Mio figlio vuole sposarsi. Mi sono informato. Nel campo vicino alla mia abitazione in zona agricola posso fare una villetta sfruttando il piano casa. Il geometra mi dice che tra progetto e direzione lavori ci vogliono sui 18.000 euro, più 3000 euro per la carotatura, i calcoli per il cemento armato, progetto dell'impianto termico e sull'acustica e variante fine lavori. Mi ha anche detto che di Bucalossi (oneri di urbanizzazione) pagherei poco ma siccome mio figlio e la futura nuora hanno bisogno del mutuo per arrivare a finire la casa devo fare una compravendita del lotto con la concessione edilizia, altrimenti la banca non da loro il mutuo. Risultato devo pagare la Bucalossi per intero: costo 26.000 euro, salvo interpretazioni più favorevoli come ad esempio l'esenzione prevista per i figli o per impianto fotovoltaico sopra i tre Kw. Conseguenza di tutto questo ambaradan, non posso vendere il terreno agricolo ma il terreno fabbricabile che il geometra stima in 80.000 euro. Non ho capito tutto bene ma, sempre il geometra, mi dice che dovrò pagare sulla plusvalenza, che lui calcola in 60.000 euro, circa il 38% perché la plusvalenza va tassata aggiungendola alla pensione e l'aliquota è appunto il 38% o anche 41%. Sono altri 23.000 euro. La percentuale potrebbe scendere al 20% se il terreno fosse in proprietà da più di 5 anni.
Mio figlio con la nuora deve pagare poi la tassa di registro che mi dicono essere il 9% del valore su un totale di 124.000 euro: quindi 11.000 euro più 3000 euro per l'atto notarile.
In conclusione, prima di mettere giù la prima pietra devo pagare:
- 23.000 euro di progetto, direzione lavori, frazionamento, ecc., fino variante fine lavori
- 26.000 euro di Bucalossi
- 23.000 euro per plusvalenza (salvo riduzione al 20% od all'8% in certi casi)
- 11.000 euro di tassa registro
- 3.000 euro di notaio
si tratta di ben 86.000 euro, con il terreno mio perché altrimenti sarebbero 146.000. Si tratta di quasi 300 milioni delle vecchie lire, prima di iniziare a costruire. In altre parole, di questi 86.000 euro, 26.000 sono di prestazioni professionali, 63.000 sono di tasse su un terreno mio, comprato con i miei sacrifici e su cui ho pagato le tasse per una vita fino all'ultimo centesimo.

Tony: Per portarla al coperto, al grezzo avanzato, hai bisogno di altri 140.000 euro e per finirla di altri 110.000. Vuol dire che per fare al figlio la villetta che hai in mente ti ci vogliono 336.000 euro senza conteggiare il terreno che cedi di fatto gratuitamente. Tieni presente che sui 250.000 euro di costruzione di fatto paghi 10.000 euro di IVA. Ciò vuol dire che su quella casa nuova tu pagherai di tasse più di 73.000 euro su una spesa di 336.000 euro, senza conteggiare il terreno. Prima di finire dovrai pure pagare l'accatastamento e la burocrazia per l'abitabilità. Il 20% sarà il tuo contributo allo Stato. Per fare la casa al figlio di fatto regali al nostro caro Paese più di un quinto del suo valore.

Bepi: Di fatto regalo un quinto della casa allo Stato prima di andare ad abitarci. Forse, voi muratori siete gli unici a guadagnarci.

Tony: Parli così perché non conosci come vanno le cose. Lo Stato frega te esattamente come frega me. Pensa che se faccio con te un contratto per realizzare la casa per quei 250.000 euro, l'IVA l'anticipo al 22% quando compro i materiali, poi fatturo sulla cifra finale al 4% a tuo figlio perché si tratta di prima casa. Il risultato è che vado a rimborso a fine anno e poi se tutto va bene la recupero in uno o due anni perché lo Stato non me la restituisce subito. Senza fare tanti conti, sulla casa di tuo figlio io presto allo Stato l'80% dell'IVA per 1 – 2 anni e forse più. Si tratta di 40 – 50.000 euro che di questi tempi sono il margine con cui lavoro.

Bepi: Non dirmi che fai i conti senza riservarti un margine almeno di un 30% su quei 250.000 ….

Tony: Cinque, sei anni fa calcolavo anche il 40%. Ora calcolo il 15-20%. Se riesco a non fare errori durante i lavori su quei 200.000 euro di imponibile posso aspirare ad un margine di 40.000 euro su cui pago una una IRPEF del 27%: quasi 11.000 euro. Mi restano meno di 30.000 euro. Come vedi restando fuori con l'IVA rimango a secco. Ma non è finita qui. Devo poi anticipare quest'anno le tasse dell'anno prossimo. Altro che guadagnarci. Lo Stato mi fa becco e bastonato. Come vedi lo Stato frega te e frega anche me. E non ti parlo delle spese della burocrazia: il commercialista, le buste paga, i contributi, le assicurazioni, ecc. Meglio lasciar perdere!
Ma dimmi, tuo figlio, il mutuo di quanto lo vuole fare?

Bepi: di 150.000 euro.

Tony: Anche con le banche non è più come prima. Ti danno i 150.000 euro al 3% su stati di avanzamento. Solo che prima di darteli fanno fare la stima al tecnico che ha l'ordine di fare il tirchio. Il risultato è che ti costringono a chiedere un prestito sconfinando sul fido. In questo modo erogano sempre in ritardo e gli interessi vanno alle stelle. Alla fine costringeranno me a finanziarmi in attesa dei soldi di tuo figlio e a tuo figlio faranno pagare il danaro più del doppio per due – tre anni. In questo modo lo Stato si prende tutto quello che può e la banca fa altrettanto. Noi muratori finiamo sempre senza soldi, le famiglie sempre prese per la gola.

Bepi: Se i ragionamenti che abbiamo fatto sono la realtà, per il futuro del nostro Paese LA VEDO NERA.

Tony: Si. Credo che se con le tasse lo Stato non molla un punto e alle banche non dà una registrata, siamo rovinati.

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