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martedì 11 giugno 2013

Intervista a Lorin Aladino, Presidente di SoS Economia Italia, sul rinnovo e ruolo futuro della Camera di Commercio





  1. Il 24 giugno si riunisce il Consiglio Generale della Camera di Commercio per eleggere il nuovo presidente. SOS ECONOMIA ITALIA  si è più volte occupata dell'argomento. Quali sono le vostre aspettative?

R. SOS ECONOMIA ITALIA ha proposto due cose:
-a – che prima di fare il nome del Presidente sarebbe opportuno conoscere il programma con il quale si propongono i vari candidati e quindi votarli in base alla bontà degli stessi
-b- che fra i compiti della Camera di Commercio si preveda la possibilità di scegliere tra le imprese in crisi quelle che hanno un futuro, soprassedendo quindi sul rating eventualmente non positivo offrendo a queste una garanzia sussidiaria del 70% dei prestiti che noi abbiamo chiamato “di conduzione”.

  1. Ok. Programma e impegno per il credito alle aziende in crisi. Ma la Camera di Commercio è uno dei pochi enti che gestiscono soldi sonanti pagati dalle imprese. Voi siete soddisfatti di tutto il resto?

R. Si era parlato della Camera di Commercio come della “casa delle imprese”. Il problema è che le imprese, nella stragrande maggioranza,  la conoscono solo per via del pagamento della quota annuale, al quale corrispondono servizi non sempre palpabili.

  1. Ma è gestita dagli imprenditori.....

R. Vero, ma è meglio dire da persone designate dalle organizzazioni di categoria che non sempre hanno un ruolo, anzi spesso il ruolo dei nominati nel Consiglio Generale si esaurisce nella riscossione del gettone di presenza.

  1. Mi sembra di capire che siete profondamente insoddisfatti.

R. Mi limito a registrare che sono tantissimi gli imprenditori che non fanno riferimento alle organizzazioni rappresentate in seno alla CCIA, quindi di fatto NON hanno rappresentanza.

  1. E quindi?

R. E quindi noi facciamo una proposta  che rilanci una partecipazione reale degli imprenditori, che vada nel senso della trasparenza e di un utilizzo delle quote camerali versate, veramente nell'interesse delle imprese.
Noi proponiamo che il Consiglio Generale della Camera di Commercio sia eletto a suffragio generale delle imprese iscritte e che il voto si esprima su liste presentate da un certo numero di aventi diritto al voto e chiedono il consenso sulla base di un programma presentato.

  1. Ma non le sembra che ciò che proponete sia macchinoso ed anche costoso?

R.  No. Noi proponiamo che il Consiglio Regionale od il Ministero dell'Economia, cui fanno riferimento le Camere di Commercio, definiscano un regolamento per le elezioni e poi si proceda con un voto on-line tramite la PEC (posta elettronica certificata) che tutte le società già hanno e i singoli potrebbero votare in seggi a livello comprensoriale.
Noi proponiamo di passare dall'attuale sistema di nominati ad un sistema democratico di rappresentanza, basato sui programmi in concorrenza tra liste contrapposte. La competizione è
sempre stata il sale della produttività...farebbe bene anche alle CCIA


D. Voi volete rovesciare l'attuale sistema come un calzino…

R. Se vogliamo che le imprese contino sul serio nelle scelte economiche bisogna abbandonare l'attuale “cerchio magico dei nominati” per arrivare ad eletti, con un voto per azienda,  che in forza della loro rappresentatività di eletti siano in grado di influire sul serio in organismi come le fondazioni bancarie, a livello di organismi come le società a capitale misto partecipate dalla CCIA  e fondamentalmente sui processi economici dei territori di riferimento.
Oggi tutto questo è frutto di mediazione e subalterno agli “inciuci” della casta politica che è sempre più autoreferenziale ed in quanto tale lontana dai processi economici e di innovazione esistenti nel mondo reale. Gli effetti devastanti di tale sistema sono sotto gli occhi di tutti.

D.    Non si tratta solo di un sasso nello stagno!

R. Questa proposta si inserisce in quella più ampia che noi abbiamo riassunto nello slogan: “basta deleghe in bianco”. Oggi gli imprenditori, ad esempio in politica, hanno un ruolo solo se “chiamati” dal cerchio magico della politica. Noi vogliamo rovesciare questa logica e mettere in campo un meccanismo che selezioni una classe politica di imprenditori professionalmente preparati ed in grado di battere i pugni sul tavolo politico NON parchè usa i galloni avuti dal cerchio  magico ma perché gode di un consenso ed una rappresentatività di categoria e territoriale.



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