Diamo il triste annuncio della dipartita della figura del rappresentante artigiano nel sistema di Confartigianato.
Non è una battuta scritta tanto per fare sensazione, ma una presa d'atto:
il nostro sistema è rappresentato dai burocrati del 27 del mese.
E’ un dato di fatto: quando i Media vogliono parlare dei temi generali
della piccola impresa intervistano il segretario nazionale di Confartigianato
Fumagalli, se invece vogliono dati inerenti il periodo di crisi del comparto,
spunta l'aggiornatissimo e onnipresente direttore Bortulussi della CGIA di
Mestre.
Ma questi signori non sono artigiani, né tantomeno imprenditori. Ricoprono
il ruolo di Direttori di struttura, ossia sono uomini che hanno la busta paga
garantita a fine mese (sostanziosa, per giunta).
Ma come fanno a spiegare quali sono i sentimenti, lo stato d'animo, lo
smarrimento di noi artigiani di fronte alla più grande crisi che il nostro
comparto si sia mai trovato ad affrontare? Per sentito dire? Suvvia,
è come parlare della fame del mondo seduti ad un tavolo davanti a una
bella pizza.
Ma cosa ne sanno i Lor Signori dei sacrifici che abbiamo fatto negli anni
passati, quanto sudore e energie abbiamo dedicato alle nostre imprese per farle
crescere fino a divenire un vanto di cui andare fieri e orgogliosi? Anni che
hanno visto da una parte gli imprenditori orgogliosi delle loro imprese, e dall'altra un territorio che cresceva in ricchezza e benessere. Un benessere diffuso, che garantiva una vita
dignitosa a buona parte della popolazione, garantendo pace sociale.
Che tristezza annotare che dopo il Paese Italia i burocrati e i segretari
di turno hanno messo le mani anche sul mondo produttivo, diventandone i
rappresentanti e portavoce. Loro spiegano il come e il perché, cosa si
deve e cosa non si deve fare, e tutto questo senza avere la minima idea di
cosa sia il rischio d’impresa.
Volendo fare un’analisi della situazione e della rappresentanza del Paese attraverso
una morale spicciola, propongo l’equazione: “Portaborse al posto dei politici
al governo del Paese, e burocrati al
posto degli imprenditori nelle imprese”.
Il risultato dell’equazione? E’ sotto gli occhi di tutti.
Il futuro si costruisce mettendo in sinergia gli Imprenditori con i Politici.
Una classe politica che sia però in grado di avere una visione politica di
crescita del Paese per gli anni a venire, oltre al misero, meschino e
quotidiano interesse personale visto fino ad ora.
Per finire, un appello: “Cercasi urgentemente e disperatamente Imprenditori
Artigiani con gli attributi, in grado di riprendere in mano le sorti delle loro
attività e delle loro prerogative di creatori di ricchezza, togliendo dalle
mani dei burocrati il destino del Paese”. Riposare In Pace? No! E’ ora di
Riprendersi Il Potere.