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giovedì 28 febbraio 2013

Appello per una politica responsabile

Sono passati pochi giorni dalle consultazioni e molte riflessioni sono state fatte sui risultati elettori usciti dal voto degli italiani.
Proviamo a fare qualche considerazione anche noi piccoli imprenditori, dalla nostra prospettiva, dalla nostra trincea di battaglia quotidiana sul campo desolante dell'economia reale.
Eravamo già stati abbondantemente delusi durante la breve campagna elettorale, nella quale lo stato di salute delle imprese italiane, era stato marginale nei programmi dei partiti e nei gran dibattiti televisivi dei vari leader politici. Pochi accenni, confusi e superficiali, uno sterile blaterale di diminuzione della pressione fiscale che sta strangolando le imprese e nessun accenno alla necessaria riforma del sistema bancario, vero problema di fondo dell'attuale crisi economica. Tanto populismo, tanto qualunquismo, tanti slogan vuoti e soprattutto la mancanza di referenti in carne e ossa a cui fare presente le difficoltà del nostro mondo produttivo.
Ma d'altronde era scontato, visto le composizioni delle liste elettorali dei partiti tradizionali, dove trovavano posto i soliti noti, come se nulla fosse successo nel paese negli ultimi tredici mesi.
Ora, dalle urne è uscito il peggior risultato che noi "produttivi"potevamo auspicare; NON HA VINTO NESSUNO! Questo per noi è drammatico, perché sappiamo che c'è bisogno di intervenire subito, perché le imprese non hanno davanti il tempo di aspettare il lento muoversi della politica. I dati recenti di Uniimpresa ci dicono che 3 aziende su 5 si sono indebitate per pagare le tasse; si, avete letto bene. Si sono indebitate non per costruire un futuro investendo in tecnologia, infrastrutture o personale, no ,si sono indebitate per pagare le tasse per mantenere un sistema pubblico che è diventato insostenibile, enorme, ingombrante oltre ogni logica.
Una domanda mi sorge spontanea; ma queste imprese indebitate per colpa delle tasse avranno il tempo di resistere aspettando i tempi della politica?
Stando alle prime dichiarazione dei leader dei partiti vincitori o non vincitori, a seconda dei punti di vista, si direbbe di no!
Tatticismi, attendismo, mancanza assoluta di assunzione di responsabilità nei confronti del paese e delle condizione in cui si trovano i cittadini, ci indicano che non avremo risposte in tempo utile a salvare il sistema produttivo del paese. Dal declino economico conclamato dai numeri,  si passerà a una lunga agonia, in una sorta di grecizzazione lenta e inesorabile?
La crisi economica e i suicidi connessi a essa sono diventati un allarme sociale, che toccano tutti, creando un disagio che va oltre le singole persone coinvolte, che entra nelle nostre vite e nelle nostre famiglie portando angoscia e un senso di insicurezza ; diventa prioritaria una risposta forte, incisiva e tempestiva.
Che la politica, per una volta, si faccia carico dei problemi del paese accantonando momentaneamente gli interessi di parte, dimostrando quel senso di responsabilità che dovrebbe essere proprio di chi ha deciso di dedicarsi al bene comune.

Aladino Lorin
Imprenditore artigiano

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