Pagine DOCUMENTI

giovedì 22 agosto 2013

1993: intervista con Giorgio Panto

Sono passati vent'anni dal rilascio di questa intervista da parte di Giorgio Panto, noto imprenditore trevigiano e fondatore del partito "Progetto Nordest". Le parole sono sorprendentemente attuali e a leggerle suscitano una forte rabbia pensando a quanto tempo ha perso il nostro Paese. Se consideriamo che i problemi che aveva individuato Panto allora, ad oggi sono rimasti immutati se non amplificati dalla immobilità di una classe politica miope e inetta, a cui le Organizzazioni Imprenditoriali hanno dato carta bianca e ampia delega sul futuro di sviluppo del Paese, con i risultati disastrosi attuali, la rabbia e il rammarico sono sentimenti fin troppo benevoli.
Eccovi un piccolo stralcio.

                                                                                                           Maggio 1993

Intervista con Giorgio Panto   



Cosa pensa sia importante ora per l'impresa Italia?
Penso, che i tempi siano maturi perché imprenditori e dipendenti capiscano che gli interessi sono comuni e che la via da percorrere è a senso unico per entrambi.
Le demagogie sono crollate e i posti di lavoro non si costruiscono forzosamente e artificiosamente, [...] si creano con coraggio e abnegazione imprenditoriale da una parte e con produttività e intelligenza dall'altra.

Perché ha attaccato le associazioni territoriali?
Perché sono rappresentate da personaggi di comodo, senza coraggio e carisma, imbellettati di solo propositività spicciola, legati a connivenze reazionarie e ininfluenti sugli accadimenti economici, ciarlieri e sprecadenaro, incollate su poltrone saporifere

Ma le associazioni hanno sempre avuto a capo personaggi di spicco?
Si purtroppo lo so, ma è proprio la grande nomenclatura industriale che è alla base della nostra economia malata e del nostro debito pubblico. Non ha mai avuto la forza e lo spessore morale di opporsi allo sfascio della cultura economica degli anni settanta, alla miopia e ingordigia politica. Le dirigenze delle associazioni territoriali, perlopiù, sono automi seduti che alzano le mani solo per incensarsi. E questo per loro è già gratificante. Mi sembra che, da parte loro, in decenni non sia mai stata sviluppata un'iniziativa volta a cambiare rotta: intendo iniziative che avessero l'incisività di una cannonata e non solo il suono di trombette di carnevale.

Tratto da "Pensiero Libero" Ed. Zanetti 2007

Nessun commento:

Posta un commento