Nuova Tangentopoli
Intervista ad Aladino LORIN presidente di SOS Economia
Italia
D. Ci risiamo. Il vento di tangentopoli ritorna a soffiare
sul Veneto …..
R. Purtroppo si. Un tempo erano prevalentemente problemi di
democristiani e socialisti ed i comunisti venivano tenuti buoni per
consociativismo. Da alcuni anni a questa parte non si parla più di
consociativismo ma di compartecipazione organica. La casta politica, di destra
e di sinistra si è comodamente seduta alla tavola imbandita con i soldi
pubblici. Ora sinistre e destre governano anche se alternativamente, ai diversi
livelli. Senza accordo non potrebbero rubare e pertanto agiscono di comune
accordo e si spartiscono la torta.
D. Al “magna magna” sono sempre presenti anche gli
imprenditori ……
R. Piano! Sono sempre presenti i soliti! Quelli non sono
imprenditori. Sono abbuffini che senza la casta politica non esisterebbero.
Mentre loro erano intenti ad abbuffarsi con i soldi pubblici, gli imprenditori
veri erano in fabbrica o in cantiere a lavorare e produrre.
D. Come si esce da questa melma che assomiglia sempre più
alle sabbie mobili?
R. Portando al potere gente normale ed in mezzo a questa una
quota importante di imprenditori e più in generale di produttori. A livello
politico c’è bisogno di una maggioranza credibile e rappresentativa della
società e del territorio ma altrettanta importanza ha una opposizione forte ed
altrettanto rappresentativa. I compromessi vanno bene. I consociativismi no.
D. Le associazioni imprenditoriali sembrano ai margini. Quasi
ininfluenti anche in una visione di maggiore trasparenza nella spesa pubblica.
E’ cosi?
R. Ad eccezione del cerchio magico della Confindustria che è
seduto alla tavola imbandita insieme alla casta politica ed è ad essa connivente, le altre associazioni
sono immerse nella burocrazia di cui vivono. I loro vertici sono tacitati in
quanto compartecipi dei più svariati consigli di amministrazione. E tutto
finisce lì. Se gli imprenditori, quelli veri,
non riprenderanno in mano le redini delle loro associazioni per
affrontare e risolvere i loro problemi e non quelli dei funzionari, cambierà
poco. Sono fiducioso ma non mi faccio illusioni.
Per poter dire una parola in piazza sulla spesa pubblica
bisogna avere una “visione un progetto” che quasi sempre manca. E’ arrivato il
momento di smettere di lamentarsi e pensare al futuro.
D. Come si arriva ad un ricambio politico?
R. Mandando a casa i responsabili della situazione in cui
siamo. I partiti sono indispensabili ma vanno profondamente rinnovati. Non è
solo un problema di giovani o meno giovani. Ma va ritrovato uno spirito di
servizio che non si riscontra più. Va premiato il merito ma, ripeto, va cercata
una indispensabile rappresentatività.
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