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giovedì 5 giugno 2014

I soldi pubblici rubati grondano del sangue dei Veneti.

Nuova Tangentopoli
Intervista ad Aladino LORIN presidente di SOS Economia Italia

D. Ci risiamo. Il vento di tangentopoli ritorna a soffiare sul Veneto …..

R. Purtroppo si. Un tempo erano prevalentemente problemi di democristiani e socialisti ed i comunisti venivano tenuti buoni per consociativismo. Da alcuni anni a questa parte non si parla più di consociativismo ma di compartecipazione organica. La casta politica, di destra e di sinistra si è comodamente seduta alla tavola imbandita con i soldi pubblici. Ora sinistre e destre governano anche se alternativamente, ai diversi livelli. Senza accordo non potrebbero rubare e pertanto agiscono di comune accordo e si spartiscono la torta.

D. Al “magna magna” sono sempre presenti anche gli imprenditori ……

R. Piano! Sono sempre presenti i soliti! Quelli non sono imprenditori. Sono abbuffini che senza la casta politica non esisterebbero. Mentre loro erano intenti ad abbuffarsi con i soldi pubblici, gli imprenditori veri erano in fabbrica o in cantiere a lavorare e produrre.

D. Come si esce da questa melma che assomiglia sempre più alle sabbie mobili?

R. Portando al potere gente normale ed in mezzo a questa una quota importante di imprenditori e più in generale di produttori. A livello politico c’è bisogno di una maggioranza credibile e rappresentativa della società e del territorio ma altrettanta importanza ha una opposizione forte ed altrettanto rappresentativa. I compromessi vanno bene. I consociativismi no.

D. Le associazioni imprenditoriali sembrano ai margini. Quasi ininfluenti anche in una visione di maggiore trasparenza nella spesa pubblica. E’ cosi?

R. Ad eccezione del cerchio magico della Confindustria che è seduto alla tavola imbandita insieme alla casta politica  ed è ad essa connivente, le altre associazioni sono immerse nella burocrazia di cui vivono. I loro vertici sono tacitati in quanto compartecipi dei più svariati consigli di amministrazione. E tutto finisce lì. Se gli imprenditori, quelli veri,  non riprenderanno in mano le redini delle loro associazioni per affrontare e risolvere i loro problemi e non quelli dei funzionari, cambierà poco. Sono fiducioso ma non mi faccio illusioni.
Per poter dire una parola in piazza sulla spesa pubblica bisogna avere una “visione un progetto” che quasi sempre manca. E’ arrivato il momento di smettere di lamentarsi e pensare al futuro.

D. Come si arriva ad un ricambio politico?

R. Mandando a casa i responsabili della situazione in cui siamo. I partiti sono indispensabili ma vanno profondamente rinnovati. Non è solo un problema di giovani o meno giovani. Ma va ritrovato uno spirito di servizio che non si riscontra più. Va premiato il merito ma, ripeto, va cercata una indispensabile rappresentatività.

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