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martedì 2 luglio 2013

BECCHI E UMILIATI


     Le vicende del rinnovo del Consiglio Generale della Camera di Commercio di Padova che si sono chiuse con l'elezione di Ferdinando Zilio a Presidente, ci fanno dire che portare un titolare di impresa come Zilio al vertice della “casa delle imprese” è un passo avanti rispetto al passato,  per il semplice fatto che Zilio è uno che sulle cose che dice ci mette la faccia.
     La conclusione del testa a testa tra Zilio (presidente ASCOM) e Boschetto (UPA) con la vittoria  andata al primo,  rende evidente anche ai non addetti ai lavori che i registi delle trame per la spartizione delle poltrone che agiscono dietro le quinte dell'UPA hanno subito una sonora batosta. Viene spontaneo dire che: “chi di trame ferisce, di trame perisce”.
    Mi spiego. Qualche anno fa in UPA aveva incominciato a soffiare il vento del rinnovamento con l'emergere di un protagonismo degli imprenditori associati che dava fiato a molte speranze.
    Quella presa di coscienza degli imprenditori associati è stata soffocata per manovre messe in atto dai funzionari che,
nel nuovo corso che si stava delineando temevano una loro perdita di potere (capacità di influenza). Il risultato fu una emarginazione dei protagonisti del rinnovamento attuata con macchinazioni messe in essere dietro le quinte  e con artigiani, malleabili, letteralmente “adoperati”  per chiudere il nuovo corso.
     L'operazione portò a mettere le pedine giuste (gli uomini fedeli ai funzionari) in Consiglio Generale e nelle società partecipate Upa tramite il meccanismo dei “Saggi” e con una votazione bulgara, Boschetto fu eletto per acclamazione dopo l’abbandono degli altri due finti candidati. Una abile manovra concepita e messa in atto dalla struttura, che ebbe come conseguenza l’emarginazione di chi voleva il cambiamento.

    C'è un proverbio che dice che chi la fa l'aspetti. Ciò si è puntualmente verificato! Infatti con macchinazioni dei vari apparati, interni alle Organizzazioni Professionali e dentro le forze politiche di riferimento, con identico metodo, gli apparati concorrenti hanno “cecchinato” gli uomini bandierina dell'UPA.

     Ribadisco quanto dico ormai da tempo. Fernando Zilio oggi è protagonista perché ha messo fuori gioco Chiesa e l'apparato che lo sosteneva, ed ora gioca da protagonista. E' arrivato il momento che anche in tutte le altre Organizzazioni gli associati (gli imprenditori) conquistino la scena e la tengano in prima persona. Occorre mettere in pratica lo slogan “BASTA DELEGHE” anzi per essere più precisi: RIPRENDIAMOCI LE DELEGHE e gestiamole per un indispensabile rilancio delle imprese  ed una crescita culturale e professionale degli imprenditori.
     Se non si farà cosi,  rischiamo tutti di fare la fine degli artigiani “adoperati” dell'UPA: becchi, ed ora umiliati!




Aladino Lorin

Presidente SoS Economia Italia

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