- Il 24 giugno si riunisce il Consiglio
Generale della Camera di Commercio per eleggere il nuovo presidente. SOS
ECONOMIA ITALIA si è più volte
occupata dell'argomento. Quali sono le vostre aspettative?
R. SOS ECONOMIA
ITALIA ha proposto due cose:
-a – che prima di fare il nome del Presidente sarebbe
opportuno conoscere il programma con il quale si propongono i vari candidati e
quindi votarli in base alla bontà degli stessi
-b- che fra i compiti della Camera di Commercio si preveda
la possibilità di scegliere tra le imprese in crisi quelle che hanno un futuro,
soprassedendo quindi sul rating eventualmente non positivo offrendo a queste
una garanzia sussidiaria del 70% dei prestiti che noi abbiamo chiamato “di
conduzione”.
- Ok. Programma e impegno per il credito
alle aziende in crisi. Ma la Camera di Commercio è uno dei pochi enti che
gestiscono soldi sonanti pagati dalle imprese. Voi siete soddisfatti di
tutto il resto?
R. Si era parlato
della Camera di Commercio come della “casa delle imprese”. Il problema è che le
imprese, nella stragrande maggioranza,
la conoscono solo per via del pagamento della quota annuale, al quale corrispondono
servizi non sempre palpabili.
- Ma è gestita dagli imprenditori.....
R. Vero, ma è
meglio dire da persone designate dalle organizzazioni di categoria che non
sempre hanno un ruolo, anzi spesso il ruolo dei nominati nel Consiglio Generale
si esaurisce nella riscossione del gettone di presenza.
- Mi sembra di capire che siete
profondamente insoddisfatti.
R. Mi limito a
registrare che sono tantissimi gli imprenditori che non fanno riferimento alle
organizzazioni rappresentate in seno alla CCIA, quindi di fatto NON hanno
rappresentanza.
- E quindi?
R. E quindi noi
facciamo una proposta che rilanci una
partecipazione reale degli imprenditori, che vada nel senso della trasparenza e
di un utilizzo delle quote camerali versate, veramente nell'interesse delle
imprese.
Noi proponiamo che il Consiglio Generale della Camera di
Commercio sia eletto a suffragio generale delle imprese iscritte e che il voto
si esprima su liste presentate da un certo numero di aventi diritto al voto e
chiedono il consenso sulla base di un programma presentato.
- Ma non le sembra che ciò che proponete
sia macchinoso ed anche costoso?
R. No. Noi proponiamo che il Consiglio Regionale
od il Ministero dell'Economia, cui fanno riferimento le Camere di Commercio,
definiscano un regolamento per le elezioni e poi si proceda con un voto on-line
tramite la PEC (posta elettronica certificata) che tutte le società già hanno e
i singoli potrebbero votare in seggi a livello comprensoriale.
Noi proponiamo di passare dall'attuale sistema di nominati
ad un sistema democratico di rappresentanza, basato sui programmi in
concorrenza tra liste contrapposte. La competizione è
sempre stata il sale della produttività...farebbe bene anche
alle CCIA
D. Voi volete
rovesciare l'attuale sistema come un calzino…
R. Se vogliamo
che le imprese contino sul serio nelle scelte economiche bisogna abbandonare
l'attuale “cerchio magico dei nominati” per arrivare ad eletti, con un voto per
azienda, che in forza della loro
rappresentatività di eletti siano in grado di influire sul serio in organismi
come le fondazioni bancarie, a livello di organismi come le società a capitale
misto partecipate dalla CCIA e
fondamentalmente sui processi economici dei territori di riferimento.
Oggi tutto questo è frutto di mediazione e subalterno agli
“inciuci” della casta politica che è sempre più autoreferenziale ed in quanto
tale lontana dai processi economici e di innovazione esistenti nel mondo reale.
Gli effetti devastanti di tale sistema sono sotto gli occhi di tutti.
D.
Non
si tratta solo di un sasso nello stagno!
R. Questa
proposta si inserisce in quella più ampia che noi abbiamo riassunto nello
slogan: “basta deleghe in bianco”. Oggi gli imprenditori, ad esempio in
politica, hanno un ruolo solo se “chiamati” dal cerchio magico della politica.
Noi vogliamo rovesciare questa logica e mettere in campo un meccanismo che
selezioni una classe politica di imprenditori professionalmente preparati ed in
grado di battere i pugni sul tavolo politico NON parchè usa i galloni avuti dal
cerchio magico ma perché gode di un
consenso ed una rappresentatività di categoria e territoriale.
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