Scommettiamo sulle imprese!
Sulla nostra società grava una pesante angoscia circa le
prospettive economiche, che contraddice fortemente le speranze nutrite nel
corso di lunghi decenni. Cresce
dappertutto il timore che il modello liberal-democratico plasmato e
rafforzato dall'integrazione europea non possieda più gli antidoti
indispensabili al superamento della crisi. L’evoluzione delle tecnologie e il
comportamento delle imprese sembrano tendere ad una contrazione sempre più
irreversibile del lavoro, e c’è da temere una marginalizzazione crescente e
strutturale dell’occupazione in ampi settori delle industrie e dei servizi. A
questo si aggiunge l’esaurimento delle risorse del welfare state e la riduzione
conseguente dell’elasticità degli ammortizzatori sociali e degli
incentivi pubblici all'economia. Il pessimismo dunque, induce a prefigurare un futuro di grande desolazione: la
disoccupazione infatti, soprattutto se strutturale e permanente, è una delle
malattie più gravi della società moderna, poiché corrode il telaio dei
comportamenti civili incidendo sulla stabilità democratica.
Se siamo consapevoli della
gravità della situazione e i rischi che derivano dalle inevitabili tensioni
sociali che tale crisi genera, cosa possiamo fare?
"La chiave è la creatività umana".
E' solo all'interno di questa
fondamentale visione ottimistica dell'uomo che possiamo uscire dall'attuale
crisi economica, sociale e democratica.
Ma se ci pensiamo, "la
creatività umana" è da sempre il carburante per la crescita
economica e con essa il consolidamento delle libertà individuali e democratiche
che ne derivano.
Quindi l'assioma che
creatività e fare impresa sono strettamente connessi, ci porta
a concludere che una società come la nostra, fortemente appiattita sulla
mediocrità, si evolve solo con processi di eccellenza, dove merito e capacità
vengano scelti quali valori imprescindibili.
Ridare fiato alle imprese per
dare speranza nel futuro diventa l'imperativo per uscire dalla crisi, puntando
su uomini capaci e con le idee chiare.
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